Lo so, dovrei essere contenta.
📅 Tra pochi giorni – il 6 giugno – esce il nuovo episodio della serie di Agata Cornero. Il terzo. La nostra Agata torna in libreria, con un caso nuovo di zecca, un’ambientazione che forse ti sorprenderà e un intreccio che, ti prometto, stavolta le farà sudare le proverbiali sette camicie.
E sì, lo ammetto: sono contenta. Molto.
Ogni volta che un libro esce, è una piccola festa. È come aprire la porta di casa e dire ai lettori:
Ecco, entrate. Venite a conoscere questi nuovi personaggi, queste nuove stanze, questi nuovi segreti.
💭Ma, insieme alla gioia, sento anche un’altra cosa.
Una specie di stanchezza che si è accumulata piano piano nelle ultime settimane. Come se, per arrivare in tempo a questa data, avessi corso senza accorgermene. Sempre un po’ più in fretta. Sempre con l’occhio all’orologio. Sempre con la sensazione di dover stringere, anticipare, comprimere.
E da questo nasce la mia riflessione di oggi.
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C’è una sensazione che mi accompagna da un po’. Non è proprio un pensiero, non è un malessere. È più come un rumore di fondo. Come quando in casa c’è un rubinetto che perde o un frigorifero che ronza appena appena. Lo senti, non ti dà fastidio davvero, ma è lì. E dopo un po’ ti stanca.
⏳È la sensazione di essere sempre in ritardo.
Non nel senso classico del termine – non arrivo tardi agli appuntamenti, o almeno ci provo! – ma come sensazione esistenziale.
📆 In ritardo rispetto al calendario editoriale.
📖 In ritardo rispetto alle novità in libreria.
📱 In ritardo rispetto ai trend, ai social.
🧠 In ritardo anche rispetto a me stessa, alle mie stesse idee, ai progetti che mi frullano in testa da mesi e che non riesco a portare avanti alla velocità che vorrei.
E mentre io arranco, ho come l’impressione che il mondo là fuori vada sempre più veloce.
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Anche per questo libro, anche per Agata, ho sentito questa pressione.
Questa vocina che mi sussurra:
Muoviti. Devi uscire prima dell’estate. I lettori ti aspettano. Il mercato gira veloce.
E allora via con le revisioni, i confronti con la grafica per la copertina, la rilettura finale con gli occhi stanchi ma ancora accesi. Ho finito proprio sul filo. E adesso che tutto è pronto, mi accorgo che sì, sono felice. Ma sono anche stanca di sentirmi sempre in rincorsa.
E questa rincorsa, questo affanno muto, sembra non riguardare più solo il lavoro.
Mi rendo conto che mi accompagna anche nelle cose che, almeno in teoria, dovrebbero servire a rilassarmi.
🎬Una sera, per esempio, accendo ho acceso Netflix pensando di distrarmi un po’, e ho visto che tra le novità in evidenza c’era la “nuova stagione” di New Amsterdam (se non lo conosci, lo trovi qui!).
Ho sorriso. È una serie che mi è piaciuta tantissimo, una di quelle che ti fanno venire voglia di vedere un episodio dopo l’altro – e poi magari di ricominciare da capo, solo per ritrovare quei personaggi così umani, così imperfetti.
📞Entusiasta, ho chiamato subito mia madre, perché, come spesso accade, gliel’avevo fatta scoprire io, e anche lei si era appassionata ai personaggi, alle storie, a quell’umanità fragile che attraversa ogni episodio.
È uscita la quarta stagione! le ho detto.
Lei va a controllare e poi mi richiama, un po’ sorpresa.
No, Carmen, quella stagione l’ho già vista mesi fa. È la quinta che deve uscire, e arriva tra qualche giorno.
E aveva ragione. La quinta stagione è arrivata davvero poco dopo. Ma io, nella mia testa, ero rimasta indietro. Ferma alla terza. Pensavo di essere aggiornata, invece mi mancava un intero pezzo. Un anno di serie tv scivolato via, quasi senza che me ne accorgessi.
E in quel momento, con mia madre che mi spiegava le trame e io che cercavo di ricordare dove avevo interrotto, ho avuto quella stessa identica sensazione: il mondo corre, e io non riesco a stargli dietro. 🏃♀️
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Per paura che l’utente si annoi e cambi canale, l’industria dell’intrattenimento produce sempre di più: più film, più episodi, più spin-off, più storie. La parola d’ordine sembra essere: di più, più in fretta, più spesso.
Ma alla fine, questo “di più” ci aiuta davvero a scegliere meglio? O ci lascia solo quella fastidiosa sensazione di perderci qualcosa?
📚E questa stessa ansia – perché di ansia si tratta, diciamolo – ha invaso anche il mondo dei libri. Nella mia bolla di autori e scrittori, vedo ormai una corsa sfrenata a chi pubblica più spesso. Un libro ogni sei mesi? Troppo lento. C’è chi ne pubblica uno ogni due. O anche uno al mese.
E io – che pure lavoro con dedizione e costanza – mi sento come quella che arriva sempre dopo.
Io, che continuo a lavorare alla vecchia maniera. Hai presente?
🛠️Progetto una trama, studio i personaggi, poi scrivo il testo, e lo riscrivo, poi riscrivo ancora… Non per pignoleria. Ma perché credo che ogni storia meriti di essere ben raccontata. E raccontare bene ha i suoi tempi.
In questo modo in un anno riesco a pubblicare due cozy mystery e un romanzo storico.
Ma credimi: è il massimo della mia velocità. Non è una questione di pigrizia. È che ci metto la testa, il cuore e le mani. E certe cose, per crescere bene, hanno bisogno di tempo. 🌱
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I cozy mystery, per esempio, richiedono tempo. Sono romanzi leggeri nel tono, nell’ironia, nei personaggi, ma dietro ogni indagine di Agata Cornero c’è una costruzione complessa. Deve esserci un enigma da svelare, un’ambientazione credibile, personaggi con il giusto mix di umanità e originalità e una trama che stia in piedi dall’inizio alla fine, senza buchi. Scrivere un buon giallo significa costruire un orologio narrativo: ogni scena, ogni dettaglio deve incastrarsi nel meccanismo e farlo girare senza sbavature.
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E poi c’è il romanzo storico. Ah, il romanzo storico! ❤️
Be’, lì il tempo raddoppia, anzi, triplica. Prima ancora di scrivere una riga, passo mesi immersa nei libri, negli archivi, nei saggi. Devo capire l’epoca, la mentalità, il linguaggio, le abitudini quotidiane. Devo studiare le fonti, distinguere tra fatti e interpretazioni, decidere come e dove inserire personaggi inventati senza snaturare la realtà storica. Solo dopo arriva la parte creativa, la scrittura vera e propria. E anche lì, tra stesura e revisioni, passano altri mesi.
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Quando finisco un romanzo, non mi sento solo soddisfatta. Mi sento svuotata, come se avessi portato a termine qualcosa che ha richiesto ogni fibra della mia attenzione.
Ma subito dopo, appena un giorno di silenzio, ricomincia quella fastidiosa sensazione di rincorsa.
👉 Cosa devo scrivere ora?
👉 Quando uscirà il prossimo libro?
👉 Sarà in tempo per l’estate? O per Natale?
Non fraintendermi: amo il mio lavoro. E sono grata di poterlo fare con una certa continuità. Ma sempre più spesso la tentazione di “tenere il passo” è forte. Di non “sparire” dai radar. Di restare visibile, presente, attuale.
Perché vedo colleghi e colleghe che pubblicano un libro al mese, che riescono a stare sul pezzo, che cavalcano ogni trend. E mi chiedo: come fanno?
Poi mi rispondo: forse hanno un team, forse scrivono libri più brevi, forse hanno sistemi più automatizzati. O forse, semplicemente, hanno un altro approccio.
Ma dentro di me, un dubbio resta:
🌀 Sto andando abbastanza veloce?
🌀 E soprattutto: voglio davvero andare così veloce?
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E allora mi fermo. Respiro. E mi ricordo perché ho cominciato a scrivere.
Non per inseguire un algoritmo, non per restare “visibile”, non per stare al passo.
Ho cominciato a scrivere perché avevo qualcosa da raccontare. E questo, alla fine, è quello che voglio continuare a fare. Anche se richiede più tempo, anche se non riesco a pubblicare ogni due mesi, anche se, ogni tanto, mi sento in ritardo.
Perché c’è una linea sottile tra il lavorare con impegno e il diventare prigionieri di un sistema che corre senza mai fermarsi. E io, a un certo punto, ho scelto di fare questo mestiere, e di farlo da autrice indipendente, proprio per non sentirmi più ingabbiata nei ritmi di altri. 🧘
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📝 Non so se è una sensazione che hai anche tu, nella tua vita, nel tuo lavoro, nelle tue giornate, quella di non riuscire mai a fare tutto quello che ti eri ripromesso. Di finire la lista delle cose da fare e sentirti comunque in ritardo. Di vedere che “gli altri” – chiunque siano – sembrano cavarsela meglio, andare più veloci, riuscire a far stare tutto.
Io mi ci perdo, a volte, in questo confronto. ⚠️ Ma il rischio è quello di rincorrere un’idea di produttività che non ha più nulla a che fare con la qualità, con la bellezza, con l’intenzione.
Allora mi sforzo di tornare a me stessa. Ai miei tempi. Ai miei modi. Alle mie priorità. E mi ripeto che pubblicare tre libri all’anno, se fatti con cura, amore e rispetto per chi li leggerà, non è poco. Anzi, è tantissimo.
E mi ripeto anche che il mio lettore, la mia lettrice ideale – forse sei proprio tu – non vuole quantità, ma qualità. Non cerca la prossima storia perché è nuova, ma perché è giusta. Giusta per quel momento della sua vita, per quel bisogno di evasione o di emozione, per quella pausa che finalmente riesce a prendersi.
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E allora sì, forse sono in ritardo. Forse pubblico meno di altri. Forse non cavalco ogni tendenza. Ma pubblico storie che amo, con personaggi che mi fanno compagnia per mesi, con trame che non mi lasciano dormire la notte, perché voglio sapere come va a finire (sì, a volte nemmeno io lo so subito!). 🧵 E soprattutto, con quella cura che – almeno per me – fa la differenza.
Quando penso questo, mi rassereno un po’. Mi dico che, se sono in ritardo, lo sono per qualcosa che vale. E che magari, a ben vedere, non sono nemmeno in ritardo. Sto solo andando alla mia velocità. Che non sarà quella del mercato, ma è quella che mi permette di arrivare dove voglio.
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A volte, quando esce un mio nuovo libro, mi sento come quella che arriva con le mani impolverate e le scarpe sporche, dopo aver camminato a lungo. Gli altri sono già lì, con gli stivali lucidi e il cappello in tinta.
👣 Ma io ho camminato. Davvero. E ogni passo che ho fatto è servito a raccontare una storia più vera.
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E tu?
Ti capita mai di sentirti in ritardo rispetto al mondo? Di avere l’impressione che tutto vada troppo veloce e che tu, invece, abbia bisogno di rallentare?
Se ti va, raccontamelo. Le tue storie, lo sai, mi aiutano sempre a rimettere ordine anche nelle mie. 😊
La natura non ha fretta,
eppure tutto si realizza.
Lao Tzu
Il diario di Libroza
Quando leggerai questa newsletter, io sarò lontana. Molto lontana.
Questa volta sono finita in Islanda. 🇮🇸
È un viaggio che sognavo da anni. Uno di quelli che tieni lì, nel cassetto dei desideri, e ogni tanto riapri pensando: prima o poi…
E poi, finalmente, quel “poi” è arrivato.
Pensavo di venirci da sola – non per mancanza di compagnia, ma perché il periodo migliore per visitare l’Islanda è proprio sul finire della primavera, e Claudio ha sempre il lavoro incastrato come un puzzle senza angoli liberi. Invece, all’ultimo momento, è riuscito a prendersi qualche giorno di ferie ed eccoci qui, io e lui, con una macchina a noleggio e il navigatore sempre acceso, a fare un tour tra geyser, cascate, distese di lava e silenzi irreali.
🌋 L’Islanda è così: terra estrema, cruda, potente. Ti guarda dritto negli occhi e non si scusa mai per ciò che è. Le temperature, lo ammetto, non sono esattamente nelle mie corde – freddino, vento ovunque, mani sempre intirizzite – ma poi vedi quei cieli bassi e gonfi di luce, quelle colline fumanti, le pecore che pascolano tranquille accanto alla strada come se nulla potesse turbarle, e capisci che tutto, qui, ha un suo senso profondo.
Le giornate non finiscono mai.
✨ Le notti bianche, con il sole che non tramonta davvero, sono una delle cose più strane e affascinanti che io abbia mai vissuto. Hai l’impressione di avere più tempo, di poter rimandare tutto, di non dover mai rientrare. Il corpo chiede riposo, ma gli occhi non vogliono chiudersi. Continuano a cercare, a guardare, a meravigliarsi.
E poi ci sono i luoghi.
🌊 Le cascate che rimbombano dentro le ossa.
🌫️ I paesaggi lunari, con la nebbia che si alza piano dal suolo caldo.
🔥 I geyser che sbuffano acqua e vapore come se la terra stesse parlando.
Ogni tanto ci fermiamo in mezzo al nulla – e qui il nulla è bellissimo – e mi viene voglia di tirare fuori il taccuino. Scrivere, anche solo poche righe. Annotare quel colore strano delle pietre, o l’odore sulfureo dell’aria, o il silenzio, che ha un suono tutto suo.
So chissà che prima o poi qualcosa di questo viaggio non finisca dentro un romanzo! 😉
I consigli di Libroza
Ti consiglio…
📚Un libro: La maledizione della noce moscata [link affiliato ad Amazon] di Amitav Ghosh. Una storia di conquista e sfruttamento – dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura – assurge a parabola della furia devastatrice del colonialismo occidentale e delle sue irreversibili conseguenze fino ai giorni nostri.
🎧Un podcast: Terra bruciata [link a Spotify] di Elena Basso per OnePodcast. Un’indagine sulla produzione e lo sfruttamento di piante, minerali e terreno in America Latina a causa delle nostre abitudini, alimentari e non. Perchè il nostro benessere e il nostro stile di vita impattano sull’ambiente e sulle popolazioni di terre lontane senza che noi ce ne accorgiamo.
🎬Un film: Siccità [link a Netflix]. A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Nella città che muore di sete e di divieti, i cittadini comuni si contendono l’acqua razionata, mentre i più ricchi si immergono nel lusso.
📺Un video: Gli esseri vegetali nell’ottica di una sostenibilità globale [link a YouTube]. Stefano Mancuso, botanico e neurobiologo vegetale di fama internazionale, esplora il ruolo essenziale delle piante per la vita sulla Terra, evidenziando la loro importanza nella conservazione della biodiversità.
📱 Una curiosità: 160 specie estinte negli ultimi 10 anni [link a sito esterno]. L’elenco delle specie animali estinte, dal sito del WWF Italia.
Le novità di Libroza
💥 NUOVA USCITA 💥
Venerdì 6 giugno esce Il falò delle verità, terzo episodio delle indagini di Agata Cornero.
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📢 E in occasione di questa NUOVA USCITA ci sono GRANDI SCONTI!!
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👉 il formato cartaceo è in offerta a 10,90 € (invece di 15,00)
Ma attenzione: questi sconti incredibili saranno validi solo fino al 15 giugno!
Quindi non farteli scappare.
Il formato ebook sarà disponibile in esclusiva su Amazon e lo puoi già prenotare cliccando qui. Lo prenoti oggi e il 6 giugno ti verrà automaticamente consegnato nel tuo Kindle.
Il formato cartaceo, invece, sarà disponibile dai giorni successivi al 6 giugno su Amazon e in tutte le altre librerie online e offline. Chiedilo al tuo libraio di fiducia!
🎧 NUOVA USCITA AUDIOLIBRO 🎧
È uscito l’AUDIOLIBRO de L’anello mancante, la prima indagine di Agata Cornero. Letto da Renata Bertolas.
Lo trovi su Audible, Storytel, Kobo, IlNarratore e tutte le piattaforme di Audiolibri.
Così se non ti piace leggere o non hai tempo di farlo, ora puoi ascoltare! 😉
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Il formato ebook di L’amore conta non è più solo in esclusiva Amazon e finalmente è disponibile anche in tutte le altre librerie online. Per festeggiare questa nuova apertura, per tutto il mese di GIUGNO L’amore conta è in offerta su KOBO con il 33% di sconto: formato ebook a 3,99€ (invece di 5,99€).
E mi raccomando: se leggi qualcuno dei miei libri, poi fammi sapere cosa ne pensi. Ci tengo!
A presto,
Carmen
Ho già acquistato il tuo libro in preordine! Rimani sempre così, è così che ci piaci
Finito di leggere proprio ora, bellissimo come al solito… Agata è sempre sul pezzo…