Nella scorsa Newsletter abbiamo parlato di selezione: non solo nel lavoro, nel tempo libero o nelle relazioni, ma come attitudine generale alla vita. Togliere il superfluo per lasciare spazio al necessario. Scegliere meno, ma meglio. Dire qualche “no” in più per arrivare a dei “sì” davvero sentiti.
Mi avete scritto in tanti, condividendo riflessioni simili alle mie: quella sensazione di non voler più sprecare tempo in ciò che non ci corrisponde, di voler concentrare energie solo su ciò che davvero ha senso, che ci nutre, che ci fa bene.
📧 E mentre ancora leggevo i vostri messaggi, mi sono accorta che questa attitudine non riguarda solo le scelte “grandi” – quelle che hanno a che fare con la famiglia, il lavoro, gli affetti – ma anche quelle piccole, quotidiane. Come per esempio la lettura.
Mi sono accorta infatti che questa stessa selezione è entrata anche nel mio modo di leggere. Anzi: forse è proprio dai libri che tutto è cominciato.
.
📚 Quando ero (più) giovane, se cominciavo un libro, mi sentivo in dovere di finirlo, anche se dopo le prime cinquanta pagine avevo già capito che non faceva per me. Resistevo, ostinata, portavo avanti la lettura come fosse un dovere scolastico, con quella convinzione rigida – che chissà dove avevo imparato – secondo cui “un libro si finisce sempre”.
E così andavo avanti. Pagine su pagine. Con l’occhio che si stancava, la testa che si distraeva, e quella vocina interna che diceva: “Dai, finisci. Ancora un capitolo. Magari migliora.”
Poi, un giorno, ho smesso.
Ho chiuso un libro a pagina 67. E l’ho rimesso sullo scaffale. Senza rabbia, senza senso di colpa, senza giudizio. Semplicemente: non era il mio libro, non in quel momento.
E sai una cosa? È stato liberatorio.
.
📌 Perché la verità è che la vita è troppo breve per passarla dentro storie che non ci parlano.
Perché i libri – come le persone, come i luoghi, come certe stagioni della vita – hanno il loro tempo, il loro ritmo, la loro destinazione. E dunque non terminare un libro NON è una colpa. Non è nemmeno un fallimento. È una scelta.
Una scelta dettata dal tempo che stringe, certo, ma anche da una consapevolezza diversa: ogni libro ha il suo momento, e ogni lettore ha i suoi bisogni, che cambiano nel tempo.
Quello che non riesco a leggere oggi, magari lo adorerò tra un anno. O magari no. E va bene lo stesso.
Lasciarli andare. Fare spazio. Perché là fuori ci sono così tanti libri che aspettano solo il momento giusto per arrivare a noi. E se restiamo ingolfati in storie che non ci risuonano, rischiamo di non accorgercene nemmeno.
Leggere, per me, è sempre stato un atto d’amore 🌈: un modo per nutrirmi, per crescere, per perdermi e ritrovarmi. E come ogni atto d’amore, richiede una componente essenziale: la libertà. La libertà di dire: sì, questo mi interessa. No, questo no.
.
👩🏫 Come forse sai, il mio primo lavoro ufficiale – il primo vero impiego dopo la laurea, dopo anni di ripetizioni scolastiche e lezioni di pianoforte ai bambini – è stato fare la bibliotecaria. Lavoravo alla biblioteca dell’Istituto Don Bosco di Pordenone, una biblioteca privata, ma aperta al pubblico, gestita con grande competenza e passione. Il direttore era – ed è ancora oggi – un salesiano di grande cultura. Appassionato, curioso, sempre aggiornato.
Fin dai primi mesi, aveva capito che ero una lettrice vorace, ma anche un po’ rigida nel mio modo di approcciarmi ai libri. Un giorno, parlando di un romanzo che faticavo a finire, allargò le braccia ed esclamò: Ma no, Carmen, lei sbaglia!
(Mi ha sempre dato del lei, e io – ventiquattrenne – mi sentivo molto a disagio.)
E poi aggiunse: Non conosce le leggi della biblioteconomia?
Io cascai dalle nuvole. Avevo studiato biblioteconomia e archivistica all’università, avevo dato esami con tanto di voti e dispense sottolineate, eppure quelle “leggi” non le avevo mai sentite nominare!
E allora me le spiegò lui, con pazienza e una certa solennità.
.
📘 Le 5 leggi della biblioteconomia di Ranganathan (un bibliotecario indiano, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, considerato il padre della biblioteconomia moderna):
📖 I libri sono fatti per essere usati.
👤 A ogni lettore il suo libro.
📚 A ogni libro il suo lettore.
⏳ Non far perdere tempo al lettore.
🌱 La biblioteca è un organismo che cresce.
.
Ricordo che lo ascoltai incantata.
In particolare, la seconda e la terza mi colpirono molto.
Ad ogni lettore il suo libro. Ad ogni libro il suo lettore.
Un’idea semplice, ma potente. Significa che non esiste un libro “giusto” in assoluto, ma solo il libro “giusto” per te, in quel momento della tua vita. E che, se un libro non ti prende, se non ti parla, se ti pesa… non è colpa tua. E nemmeno colpa sua. Semplicemente: non siete fatti l’uno per l’altro. O non ancora.
.
🌼 Questo, per me, ha cambiato tutto.
Da allora ho cominciato a sentirmi più libera. A chiudere un romanzo se mi accorgevo che stavo leggendo solo per inerzia, più per abitudine o ostinazione che per vero coinvolgimento. Ho smesso di sentirmi in dovere di andare fino in fondo a ogni storia solo perché l’avevo cominciata. E ho iniziato, invece, a scegliere con maggiore attenzione e – perché no – anche con maggiore indulgenza verso me stessa.
Scelgo cosa leggere e quando 📕. Scelgo se proseguire o lasciar perdere.
Scelgo di fidarmi del mio gusto, anche se non coincide con quello dei premi letterari. Seguo la curiosità, l’intuizione, l’emozione. Cerco storie che mi parlino, che mi facciano compagnia, che mi sorprendano, mi consolino o mi portino altrove. E quando non succede, quando un libro mi lascia indifferente o affaticata, non insisto. Lo lascio andare. Non per snobismo, non per giudizio. Semplicemente, per rispetto del mio tempo e della mia attenzione. Perché ho imparato che non si tratta di finire o non finire un libro. Si tratta di scegliere se quella voce ha qualcosa da dire a me, qui e ora.
🍎 E questa selezione – che una volta mi sarebbe sembrata un po’ colpevole, un po’ rinunciataria – oggi mi sembra una forma di cura. Un modo per creare spazio. Spazio mentale, certo, ma anche spazio emotivo, spazio di ascolto. Perché leggere storie che non ci parlano ci stanca, ci appesantisce, ci fa sentire come se fossimo noi a sbagliare qualcosa, come se non fossimo “all’altezza”, come se non fossimo “abbastanza”. Ma non è così. Semplicemente, non tutti i libri sono per noi. O almeno, non lo sono sempre.
.
E mi fa sorridere pensare che ci ho messo un po’ per imparare a lasciar andare. Forse perché sono cresciuta con l’idea che leggere fosse anche una forma di disciplina, un esercizio di pazienza, un modo per allenare la costanza. Ma poi ho capito che non era quello il punto.
Perché la lettura non è una prestazione. È una relazione. Una relazione intima e profonda tra te e la voce dell’autore, tra te e i personaggi, tra te e quel mondo che ti viene offerto.
E come in tutte le relazioni, anche nella lettura la libertà è fondamentale. La libertà di scegliere, di accogliere, ma anche – quando serve – di dire no. Di interrompere, di aspettare, di cambiare strada.
.
✨ E tu? Sei un lettore o una lettrice che finisce sempre tutto, anche quando non ti piace? Oppure hai già fatto pace con l’idea di abbandonare? Hai mai lasciato un libro a metà e poi, anni dopo, scoperto che era perfetto per un altro momento della tua vita?
Se ti va, raccontamelo. Mi piacerebbe moltissimo leggere le tue “storie di lettura”.
Perché anche i libri che lasciamo a metà, in fondo, raccontano qualcosa di noi. 😊
Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa,
persino da te stesso.
Daniel Pennac
Il diario di Libroza
L’estate è arrivata. Non solo sul calendario. È arrivata davvero nell’aria ferma, nelle cicale sfacciate, nel sole che alle otto di sera è ancora lì, alto, quasi a voler dire: Aspetta, non è ancora tempo di rientrare.
Spesso sento dire che le stagioni non esistono più, che non sono più quelle di una volta, che i cambiamenti climatici hanno reso tutto più confuso, meno prevedibile. Ed è vero, almeno dal punto di vista meteorologico.
🌡️ Però c’è qualcosa che, per me, resta inconfondibile. Ed è il modo in cui le stagioni – nonostante tutto – segnano le nostre abitudini.
L’estate, per esempio, ha i suoi piccoli rituali:
il cambio dell’armadio, fatto in fretta, perché fino a ieri pioveva. E mentre con la mano cerchi nelle scatole una t-shirt non troppo sgualcita ritrovi un vecchio vestito a fiorellini che ti piace ancora
il primo bagno al mare, anche se l’acqua è ancora gelida, avanzando un passetto alla volta
la prima cena sul balcone
il gelato alla sera
una fetta di anguria al chiosco dell’anguriaro
il cinema all’aperto
.
📚 Anche la lettura cambia, con l’estate. Non so se capita anche a te, ma io d’estate leggo molto di più. Riprendo titoli che ho lasciato in attesa per mesi, oppure rileggo qualcosa che so già mi farà bene. E poi aggiungo i romanzi leggeri, la narrativa di genere e l’immancabile settimana enigmistica!
☀️ I miei rituali estivi sono semplici: il tè freddo al posto di quello caldo, qualche fettina di zenzero in un piattino accanto alla tastiera, gli elastici per i capelli sempre a portata di mano per tirarli su alla rinfusa perché fa caldo.
E poi c’è il momento perfetto: quello in cui si è fatto buio e il caldo finalmente cala. La casa è silenziosa, posso aprire le finestre, godermi il fresco – abitare in campagna ha i suoi vantaggi – e leggere. Con una tisana fredda alla menta e il mio Kobo tra le mani.
Solo per me. Solo per il piacere di farlo.
E tu? Hai dei rituali estivi? Piccoli gesti, abitudini, momenti che ti fanno dire: Sì, adesso è davvero estate!”
E ci sono libri che, per te, sanno di sole e di sabbia? Se ti va, raccontamelo. Sono sempre curiosa di scoprire qualcosa in più sulle vite degli altri.🧡
I consigli di Libroza
Ti consiglio…
📚Un libro: E l’eco rispose [link affiliato ad Amazon] di Khaled Hosseini. Terzo libro dell’autore bestseller de Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli, per me è stata una lettura più coinvolgente e profonda delle prime due.
🎧Un podcast: Il caso Calipari [link a Spotify] di Fabrizio Coniglio per Hypercast. Un podcast di inchiesta per provare a fare luce su ciò che accadde in quella notte di Baghdad del 4 marzo 2005, quando Nicola Calipari fu ucciso durante l’operazione per liberare la giornalista Giuliana Sgrena.
🎬Un film: Il nibbio [link a Netflix]. Un agente dei servizi segreti rischia la vita per salvare una giornalista rapita dagli insorti in Iraq. Dalla storia vera di Nicola Calipari.
📺Un video: Come gli USA hanno distrutto l’Iraq [link a YouTube]. Due video di Nova Lectio con cui ripassare (o scoprire) perché gli USA hanno dichiarato guerra all’Iraq nel 2003 e perché poi tutti Se non l’avete ancora visto, questo “spot” contro la guerra a Gaza, con la forza delle immagini dice più di tante parole. E pensare che è stato girato più di un anno fa…
📱 Una curiosità: Daily Art [link a Google Play]. Non sono una fanatica delle app, ma questa mi piace davvero. Ogni giorno un’opera d’arte spiegata in modo semplice e chiaro.
Le novità di Libroza
🎧 NUOVA USCITA AUDIOLIBRO 🎧
È uscito l’AUDIOLIBRO di Gioco di sponda, la seconda indagine di Agata Cornero. Letto da Renata Bertolas. Lo trovi su Audible, Storytel, Kobo, IlNarratore e tutte le piattaforme di Audiolibri.
.
🎁 OFFERTE del MESE 🎁
Sete di vento è in offerta su Amazon a 2,00€ per tutto il mese di luglio.
Violetta (L’amore è un dardo VOL.1) è in offerta su Amazon a 0,89€ per la prima settimana del mese, dall’01 all’08 luglio.
L’ultima spiaggia è in offerta su Amazon a 2,40€ solo il giorno 15 luglio.
.
E mi raccomando: se leggi qualcuno dei miei libri, poi fammi sapere cosa ne pensi. Ci tengo!
A presto,
Carmen
Ciao a tutti, ho visto che devono decidere chi vincerà il premio Manzoni romanzo storico, ebbene ho letto i tre libri papabili, tre storie trite e ritrite. Quindi “Sete di vento “ essendo un argomento scomodo e poco conosciuto, scusate il francesismo, faceva loro schifo . Andiamo avanti così però poi non lamentiamoci se i giovani rimangono all’oscuro della nostra storia scusate lo sfogo.
Buongiorno Carmen hai detto bene, ogni libro ha il suo momento, ho cominciato a leggere a 15 anni tutto a casaccio, classici russi, francesi, tedeschi e di tutto e di più. A militare avevo lo zaino pieno di tascabili che compravo in ogni paesino dove facevamo tappa. Poi i sud americani mi avevano rapito. Intorno ai 50 anni ho capito che dovevo rileggere tutto da un punto di vista diverso e più maturo. Da un po’ di tempo mi ero dedicato a letture più leggere in modo da passare il tempo con meno impegno intellettuale. Poi mi sono stufato di leggere tanto per leggere, per fortuna ho trovato i tuoi libri, che come dissi già una volta, sarebbero da far conoscere e studiare nelle scuole. Io ho vissuto tutto gli anni che tu hai ripercorso e devo dire che mi sembrava di tornare indietro e parlare con chi li aveva vissuti. Ora basta e ancora complimenti per Agata un ventata di divertimento sano. Noi tuoi estimatori sempre in attesa.