Nell’ultima Newsletter abbiamo parlato di fermarsi. Del coraggio che ci vuole per interrompere un cammino, guardarsi dentro, e decidere se continuare o cambiare strada. Abbiamo detto che anche non scegliere è una scelta, con tutte le conseguenze che comporta. 🛑
Da lì, però, è nata un’altra riflessione. Perché, se è vero che non scegliere è una scelta, allora bisogna fare i conti anche con tutto ciò che non abbiamo scelto. Con quelle strade lasciate indietro, non percorse. A volte per paura, a volte per necessità, a volte semplicemente perché non si può fare tutto.
Una lettrice, rispondendo alla scorsa Newsletter, mi ha scritto una frase che mi è rimasta impressa. Diceva:
Ciò che mi spaventa della scelta, tuttora, anche se ormai sono vecchia e le scelte si sono ridotte in numero, se non per rilevanza, non è tanto la paura di sbagliare, quanto piuttosto la consapevolezza che ogni scelta è una rinuncia e non sempre, anzi quasi mai, ci è dato di conoscere ciò cui abbiamo rinunciato. (Maria Grazia)
Parole preziose, che mi hanno fatto tornare indietro nel tempo.
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Quando ero più giovane, questo pensiero mi tormentava spesso. Ogni volta che dovevo prendere una decisione, la mia mente non si concentrava solo sulla strada che stavo per imboccare. Macchè! Subito cominciava a fantasticare sulle strade alternative.
🎓 Dovevo scegliere la facoltà universitaria, e già mi vedevo nei panni della scrittrice, dell’archeologa, della traduttrice. Ogni scelta era come chiudere una porta, e io volevo tenerle tutte socchiuse. Ma non era possibile.
👩💼 Dovevo scegliere un lavoro, e mi chiedevo cosa avrei perso lasciando andare gli altri. Quando sono diventata insegnante, poi dirigente scolastica, poi scrittrice a tempo pieno, ogni tappa ha comportato dire no a qualcos’altro. E ogni no, lo ammetto, ha portato con sé un pizzico di rimpianto.
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A chi non è mai capitato?
Quante volte ci siamo chiesti:
E se avessi detto sì? E se avessi preso quel treno? O se invece l’avessi perso? 🚉
Quante volte abbiamo rivissuto, anche solo per un attimo, quel momento di svolta, quell’incrocio in cui bastava una parola diversa, un minuto in più, una persona che ci avesse guardati negli occhi nel modo giusto… e magari oggi la nostra vita sarebbe completamente diversa.
📚 Pensa alla scuola superiore: quella scelta fatta a tredici anni, magari con poca convinzione, magari influenzata da un’amica, da un genitore, da una sensazione passeggera. Cosa sarebbe successo se avessi scelto un altro indirizzo? Quella scuola a un’ora da casa, ma che ti incuriosiva tanto?
💼 O al lavoro: quel colloquio a cui non sei andato perché non ti sentivi pronto. Quel contratto che hai rifiutato per paura di lasciare qualcosa di sicuro. Quel curriculum che hai lasciato nel cassetto. Come sarebbe andata se avessi fatto quel passo?
💌 O ancora, a una relazione: magari quella persona che ti piaceva tanto, ma che hai lasciato andare perché eri troppo timido, o troppo orgoglioso. Quel messaggio che hai scritto ma non hai mai inviato. Quella conversazione che non hai avuto.
Persino nelle cose più piccole. Una sera in cui hai deciso di restare a casa e invece, se fossi uscito, magari avresti conosciuto qualcuno. Quel corso che hai salvato tra i preferiti, convinto di iscriverti, prima o poi, e invece l’hai dimenticato. Quel viaggio che hai rinviato mille volte, finché non è più stato possibile.
Non è necessario che si tratti di grandi occasioni. Basta un dettaglio, uno snodo minuscolo, e la nostra vita avrebbe potuto prendere tutta un’altra direzione.
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🎬 C’è un film, uscito qualche anno fa, che mi ha fatto riflettere moltissimo su questo tema. Si intitola 4 metà (è su Netflix, se hai voglia di guardarlo) ed è una commedia romantica molto semplice nella forma, ma sorprendente nella sostanza.
Il punto di partenza è questo: quattro personaggi, due uomini e due donne. Due possibili realtà alternative in cui le coppie che si possono formare tra loro si alternano e si scambiano. E un’unica domanda di fondo: esiste l’anima gemella? 💘 Una domanda che, prima o poi, tutti ci siamo fatti.
(Spoiler in arrivo, perdonami!)
E la risposta che il film ci suggerisce è affascinante, e in un certo senso liberatoria: sì e no, allo stesso tempo.
✔️ Sì, perché ogni persona può diventare la nostra “metà”, se insieme costruiamo qualcosa di vero.
❌ No, perché non esiste una sola persona giusta in assoluto, predefinita, destinata, incisa nella pietra.
Nel film vediamo tutte le combinazioni possibili tra i quattro protagonisti, e scopriamo che non esiste una sola anima gemella. Ogni coppia ha i suoi punti di forza e le sue difficoltà. Ogni relazione può funzionare o fallire. Non per “destino”, ma in base a come le persone si trattano, a come decidono di stare insieme, a come affrontano le crisi.
E questo è il senso: non è la persona giusta che rende giusta la strada, ma è la strada che costruisci con quella persona a renderla giusta. 💞
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E allora, allargando lo sguardo, credo che valga lo stesso per tutte le scelte della vita. Non solo quelle sentimentali.
🎓 Non esiste il lavoro perfetto in assoluto, ma può diventarlo se ti ci dedichi con passione, se trovi il tuo modo di farlo, se impari a valorizzarlo.
🏡 Non esiste la città ideale in cui vivere, ma può diventarlo se ti ci ambienti, se ci crei legami, se la fai tua.
📚 Non esiste un solo percorso “giusto”, ma tanti possibili percorsi giusti… se ci credi, se li coltivi, se li attraversi con consapevolezza.
In fondo, ogni decisione è come un seme. 🌱 Il punto non è solo quale pianti, ma come lo curi, come lo fai crescere. E da lì, da quello che fai dopo aver scelto, può sbocciare una strada giusta. Anche se all’inizio sembrava solo “una delle tante”. Ogni decisione può portarti lontano, se ci metti intenzione, cura, pazienza. Non c’è un’unica strada perfetta, e tutte le altre sbagliate. Ogni percorso può diventare “giusto”, se scegliamo di percorrerlo fino in fondo, con onestà.
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Così, oggi, quando mi capita di pensare alle strade che non ho preso, ai lavori che non ho fatto, alle città in cui non ho vissuto, mi concedo un sorriso. 😊
Sì, ogni tanto mi domando ancora “Cosa avrei fatto?”.
Ma non mi chiedo più “Come sarebbe andata?”.
Perché a questa domanda oggi so rispondere. So che, qualunque strada avessi preso, sarebbe andata bene! Magari in un modo diverso. Magari con altre fatiche, altre sorprese, altri traguardi. Ma bene, perché sarei stata io a renderla tale.
Non è una consolazione, è una presa di coscienza. Le sliding doors esistono, è vero. Ma più che ossessionarci con quella che abbiamo mancato, possiamo imparare a vivere meglio quella che abbiamo aperto. 🚪
Ogni scelta porta con sé un mondo intero. E ogni mondo che lasciamo indietro, ogni possibilità non vissuta, può farci un po’ male. Eppure, è proprio questo che rende le nostre vite affascinanti. Non solo ciò che abbiamo fatto, ma anche tutto quello che avremmo potuto fare. ✨
E se oggi torniamo con il pensiero a quella sliding door, forse è solo perché ci ricordiamo che di fronte a quella porta (salvo rare eccezioni) siamo stati liberi. Liberi di scegliere, di cambiare, di provare. E, a volte, anche di non farlo.
E questa libertà – per me – vale più di ogni rimpianto.
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💬 E tu? C’è una strada che non hai scelto, e che ancora ti torna in mente? Ti sei mai chiesto come sarebbe andata, se avessi deciso diversamente?
Scrivimi, se ti va. Come sempre, le tue riflessioni arricchiscono anche le mie. 😊
L’angolo della poesia
La strada che non presi
di Robert Frost
Due strade divergevano in un bosco d’autunno
e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe,
essendo un solo viaggiatore, a lungo indugiai
fissandone una, più lontano che potevo
fin dove si perdeva tra i cespugli.
Poi presi l’altra, che era buona ugualmente
e aveva forse l’aspetto migliore
perché era erbosa e meno calpestata
sebbene il passaggio le avesse rese quasi uguali.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito.
Oh, mi riservai la prima per un altro giorno
anche se, sapendo che una strada conduce verso un’altra,
dubitavo che sarei mai tornato indietro.
Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra molti anni:
due strade divergevano in un bosco ed io -
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza.
Il diario di Libroza
Questa newsletter ti arriva mentre sono in viaggio! ✈️
Immagina una città sospesa tra Oriente e Occidente, dove i gabbiani sorvolano minareti antichi, dove il profumo del caffè si mescola a quello del mare, e ogni angolo sembra raccontare una storia diversa.
Ecco dove sono adesso: a Istanbul. 🕌
Sì, questa newsletter ti raggiunge mentre io e Claudio ci stiamo perdendo, letteralmente, tra le meraviglie di questa città. Avevamo voglia di una breve fuga e Istanbul ci sembrava perfetta: viva, stratificata, ricca di storia e sorprese a ogni angolo.
Abbiamo già visto la maestosità di Santa Sofia, che toglie il fiato per quanto è imponente e delicata allo stesso tempo. Abbiamo camminato scalzi sotto le cupole della Moschea Blu, respirando quell'aria di sacro che ti avvolge senza bisogno di parole. Poi ci siamo lasciati trascinare tra i colori e i profumi del Gran Bazar: spezie, tappeti, ceramiche... e trattative infinite per una sciarpa che, ne sono sicura, avrei potuto pagare la metà! 😄
E naturalmente non ci siamo fatti mancare una pausa dolce: tè alla mela 🍏, baklava al pistacchio, e una quantità imbarazzante di lokum, quei cubetti di zucchero morbido che sono una vera tentazione.
Nei prossimi giorni ci aspettano ancora il Palazzo Topkapi, il ponte e la torre di Galata, il mercato delle spezie e una gita sul Bosforo, con il vento in faccia e Istanbul che ci guarda dall’acqua, bellissima e misteriosa.
È un viaggio breve, ma intenso. Uno di quei viaggi in cui senti che ogni strada, ogni tazza di tè, ogni sorriso scambiato con un venditore al mercato, ti rimarranno addosso a lungo.
E tu? Sei mai stato a Istanbul? Hai qualche consiglio da darmi? Un angolo nascosto da scoprire, un piatto tipico da provare, una vista da non perdere?
Se ti va, scrivimi. Ogni consiglio sarà un pezzo in più di questa avventura che, lo sento, porterò nel cuore. 💛
I consigli di Libroza
Ti consiglio…
📚Un libro: L’arte di legare le persone [link affiliato ad Amazon] di Paolo Milone. Un libro nudo e pungente che ci porta tra le corsie di un ospedale, nel reparto di psichiatria d’urgenza, e ci mostra la quotidianità umanissima di infermieri, medici, pazienti.
🎧Un podcast: Come una marea: il caso Franco Mastrogiovanni [link a Spotify] di Francesca Zanni ed Enrico Bergianti per Radio24. Il podcast ricostruisce le 87 ore di TSO di Franco Mastrogiovanni, un maestro elementare di 58 anni ricoverato in un ospedale in provincia di Salerno, il 31 luglio 2009. 87 ore in cui è stato legato mani e piedi e non ha potuto muoversi, mangiare o lavarsi. Fino a una morte lenta e terribile.
🎬Un film: Ragazze interrotte [link a Netflix]. Racconta le storie che si intrecciano in una clinica psichiatrica che ospita le cosiddette ragazze interrotte, sofferenti cioè di patologie che hanno deviato la loro personalità. Un film ormai d’annata ma sempre bello, vincitore di numerosi premi.
📺Un video: Ausmerzen: vite indegne di essere vissute [link a YouTube]. Monologo teatrale integrale in cui Marco Paolini racconta la nascita e la realizzazione del progetto “Aktion T4”, con cui la Germania Nazista voleva liberarsi delle persone disabili e malate di mente.
📱 Una curiosità: 7 parole [link a sito esterno]. Sito dedicato a chi ama scrivere racconti brevi, anzi brevissimi: soltanto 7 le parole da impiegare, non una di più, non una di meno.
Le novità di Libroza
💥 NUOVA USCITA 💥
Giovedì 17 aprile è uscito Sete di Vento, il mio nuovo romanzo storico.
Appena uscito e già in restyling! Questa infatti è una NUOVA COVER.
Il libro è sempre lo stesso, eh! Cambia solo la copertina.
Su quella precedente avevo lavorato tanto e ne ero soddisfatta, ma c’era qualcosa che non mi convinceva fino in fondo. Così ho pubblicato il libro - perché dopo due anni di lavoro era proprio ora di buttarlo fuori - ma nel frattempo ho continuato a lavorare sulla cover. Ed ecco qui quella nuova …e speriamo definitiva! 😅
Del resto uno dei vantaggi di essere editori di sé stessi è proprio la libertà di poter rimaneggiare i propri testi sempre e in qualsiasi momento.
Che te ne pare?
👉 Lo puoi acquistare cliccando qui.
👉 Cliccando qui, invece, puoi leggere un ampio estratto.
I primi 4 capitoli tutti per te per capire di cosa parla il romanzo, come inizia, se ti “prende”.
🎧 NUOVA USCITA AUDIOLIBRO 🎧
È uscito l’AUDIOLIBRO de L’anello mancante, la prima indagine di Agata Cornero. Letto da Renata Bertolas.
Lo trovi su Audible, Storytel, Kobo, IlNarratore e tutte le piattaforme di Audiolibri.
Così se non ti piace leggere o non hai tempo di farlo, ora puoi ascoltare! 😉
🎁 OFFERTA del MESE 🎁
Il formato ebook di Alice non lo sa non è più solo in esclusiva Amazon e finalmente è disponibile anche in tutte le altre librerie online. Per festeggaire questa nuova apertura, per tutto il mese di APRILE Alice non lo sa sarà in offerta su KOBO con il 50% di sconto: formato ebook a 3,99€ (invece di 7,99€).
E mi raccomando: se leggi qualcuno dei miei libri, poi fammi sapere cosa ne pensi. Ci tengo!
A presto,
Carmen
Un libro che fa riflettere su questa tematica è “La biblioteca di mezzanotte” di Matt Haig. La protagonista ha l’opportunità di vivere più vite e, esattamente come in “4 metà”, si rende conto che ognuna delle possibili vite ha i suoi vantaggi e svantaggi. Come sempre, spunti molto interessanti, Carmen.
Intanto sono felice e anche un po’ invidioso per il vostro viaggio che sicuramente sarà fonte d’ispirazione per qualche tuo prossimo progetto letterario. Ora parlando delle decisioni prese o da prendere, io mi sono sempre comportato sull’onda del momento istintivamente, dopo 3 anni di scientifico per divergenze con il prof di lettere ho buttato tutto all’aria e dato che nella mia città c’era un porto commerciale, ho deciso di mettermi alla prova ( naturalmente con sommo dispiacere dei miei) ero giovanissimo, ma ho trovato persone, forse poco istruite, ma di una umanità rara. Sono rimasto affascinato dal modo di affrontare i problemi e la fatica di questi che poi sono diventati miei colleghi per 35 anni ( quando ancora si andava in pensione con questi requisiti). Ogni tanto ho pensato cosa sarebbe accaduto se avessi continuato a studiare, avrei la famiglia che ho oggi? Invece per tornare sull’argomento delle decisioni future, ho un’età che non è più giovanissima e quindi quando devo prendere delle decisioni importanti, lascio perdere le mie esigenze e metto in primo piano quelle dei miei cari pensando che hanno una vita davanti, forse è un po’ sbagliato perché altrimenti un domani potrebbero essere impreparati alla vita che non ti regala nulla, ma tant’è é più forte di me. P.S la seconda copertina è molto bella, tanto che mi mando a prendere pure quello 😉. Non è che a Istambul vi siete portati pure Agata, perché sarebbe capace di risolvere qualche omicidio anche in quel di Turchia 🇹🇷 Alla prossima… Roberto.